Con
estremo ritardo sono anche io arrivata a fare la “recensione” di quello che è
stato il libro/film più recensito del 2018: “Chiamami col tuo nome” di Andrè
Aciman!
Voglio vantarmi del fatto di aver letto il libro prima di
tutti… oddio non intendo subito dopo la prima pubblicazione perché è del 2007,
ma l’ho letto a settembre 2017 in vista poi dell’uscita del film nelle sale! Infatti
il mio intento era quello di correre a vederlo al cinema quanto prima, ma in
primis nessuno ha voluto farmi compagnia (forever alone!) e poi tra un impegno
e l’altro non ho avuto modo di raggiungere un cinema decente (ho deciso di
sorvolare sul problema che ha Eboli con il suo cinema/teatro per evitare di
polemizzare come al solito). Insomma il film l’ho visto il mese scorso, avrei
dovuto scrivere subito dopo la recensione ma sono sostanzialmente un’inetta e
dunque ho rimandato di giorno in giorno aspettando l’ispirazione dall’alto dei
cieli!
Ma bando
alle ciance, si tratta di una storia di formazione ossia la solita solfa del
ragazzino che è alla ricerca della sua identità. E la novità dove sta? A mio
avviso la novità è nei personaggi che sono stati tutti abilmente caratterizzati,
rendendoli interessanti a partire ovviamente sia dal protagonista Elio, che Oliver
lo studente ospite della famiglia Perlman, ma anche il padre di Elio professore
di archeologia, fino ad arrivare a Mafalda che è una semplice donna che aiuta
in casa la famiglia: i personaggi sono tutti ben curati e veritieri agli occhi
del lettore. In generale nulla è stato tralasciato dall’autore, non c’è alcuna
traccia di sciattezza e questo si percepisce anche dal tipo di scrittura.
Io a
questo punto avrei terminato i complimenti che ho per il libro… è bella la
storia, i personaggi sono distinti e la scrittura è scorrevole e precisa. Questi
sono stati, secondo me, i presupposti buoni che credo abbiano spinto Guadagnino
(regista del film) a scegliere di dare maggiore stile e profondità al romanzo
proiettandolo sul grande schermo!
Ebbene
sì, ho preferito in assoluto il film perché il libro ha la pecca di assumere il
punto di vista di Elio il quale racconta giustamente i dubbi, le incertezze, la
rabbia che lo attanagliano ma personalmente questo dopo un po' mi ha annoiato,
ho continuato nella lettura perché volevo sapere come sarebbe finita la storia.
Per farvela breve nel libro Elio si fa troppe pippe (perdonatemi il termine
dialettale!). Invece il film non assume nessun punto di vista, si assiste in
tranquillità allo sviluppo della storia senza troppe ansie. In più il film crea
un’atmosfera romantica quasi sognante grazie a paesaggi bellissimi tipici dei
paesini di campagna italiani ma anche grazie ad immagini (inquadratura
ravvicinata di una pesca su un ramo, di uno spartito o di una finestra) che mi
hanno trasmesso un senso di pacatezza ma anche una sensazione di attesa per la
manifestazione dell’amore. In tal senso anche i silenzi e la brevità dei
dialoghi fanno squadra per creare un clima onirico e fluttuante!
Non ho altro da aggiungere perché il film davvero è tutto da
godere e, mi piange il cuore a scriverlo, può essere evitata anche la lettura
del libro. Ad ogni modo vi invito a farmi sapere la vostra visto che probabilmente
molti di voi avranno visto il film o letto il romanzo.
In questo caso vi auguro una buona visione,
Marty
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