giovedì 18 febbraio 2016

INIZIO :)





All'età di otto anni mia sorella mi comprò un numero di Topolino, il settimanale a fumetti che prima o poi ogni bambino si ritrova a leggere innamorandosi delle storie dei suoi strampalati e allegri personaggi. Ricordo che mi rapì completamente e da quel momento non vedevo l’ora che arrivasse il martedì per divorare tutte le strisce in una giornata e vedere crescere in me di nuovo l’attesa per il numero successivo. Il mio personaggio preferito? Assolutamente Paperoga, ancora oggi mi ci rispecchio parecchio: sono una tipa esuberante con mille idee che mi frullano per la testa, molte delle quali non riesco mai a portare a termine; spesso e volentieri combino guai perché mi distraggo o mi perdo nel mio mondo. C’è però, un aspetto che io considero positivo, sono una sognatrice proprio come Paperoga! Sogno di poter sempre esprimere le mie idee senza alcun filtro e di confrontarmi con chi pensa l'opposto, sogno di riuscire a migliorarmi per sentirmi soddisfatta di me stessa e infine sogno che tutti gli uomini possano avere la possibilità di scegliere della propria vita come meglio credono e nella più completa serenità. Lo so, vivo in una costante utopia, ma la colpa di tutto questo è proprio di Topolino, dei suoi fumetti (addirittura meglio dei cartoni animati) e di una raccolta che feci da piccolina di una collana di libri intitolata “La biblioteca di Topolino” di Salani Editore. Con questa scoprii un mondo infinito fatto di storie, personaggi, luoghi lontani anni luce dalla mia vita e da ciò che avrei mai potuto immaginare, si trattava del mondo dei libri. Questa parola l’avevo sempre e solo associata alla scuola e ai noiosissimi compiti a casa, invece, con quella raccolta, capii che con i libri potevo divertirmi proprio come in un gioco. Il primo è stato “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare” di Luis Sepùlveda. Il titolo già racconta buona parte della trama, tuttavia ciò che lo rende speciale non è il finale, ma la storia che narra dell’instaurarsi di un rapporto familiare tra due animali per natura differenti. Si parla sostanzialmente di generosità e solidarietà disinteressata, sentimenti che spesso e purtroppo nell'uomo mancano... anche se ad un certo punto, fondamentale sarà l’intervento di un uomo: significativamente un poeta.  Si tratta, insomma, di un libro che parla della speranza attraverso cui si riesce ad andare contro tutto e tutti e che è, a mio avviso, il nutrimento di cui ciascuno di noi non riesce a fare a meno.  Proprio la frase finale che il gatto Zorba miagola è il sunto di tutto il mio sproloquio: “vola solo chi osa farlo!”. In seguito a questa lettura ritengo di avere cominciato a “volare” grazie ai libri che mi fanno sognare, ridere, piangere, mi danno speranza e mille altre emozioni. Ho deciso, quindi, di cominciare a scrivere un piccolo blog con il solo scopo di condividere queste emozioni con altre persone e perché no? Di spingere qualcun altro ad osare a spiccare il volo in una biblioteca!J
Marty