venerdì 4 maggio 2018

Marie aspetta Marie



Oggi scrivo di un libro intitolato “Marie aspetta Marie” di Madeleine Bourdouxhe. L’ho acquistato perché sono stata rapita proprio da questo titolo e, rispetto alle altre volte, non mi sono informata sulla trama ma mi son bastate queste tre semplici parole. In effetti, secondo me, lì vi è il riassunto di tutto il libro… la protagonista è Marie che aspetta qualcosa, un po' come tutte le donne attendono… la felicità? L’amore? Sé stesse?



Infatti la protagonista è l’incarnazione della donna, attenzione però, qui non si fa riferimento alla figura femminile delineatasi negli ultimi tempi dinamica, attiva, piena di impegni e senza tempo per la sfera del privato; ma si parla di una donna che riesce a dedicare una parte del proprio tempo ai sentimenti e alle emozioni. Certamente non è una figura statica come nei romanzi ottocenteschi ma non è neanche simile alla figura della spietata e arida donna d’affari che la società sembra volerci imporre (questa roba non regge!). L’uomo è fatto di dubbi e di incertezza e a volte mi sembra che venga rappresentato molto più simile ad una macchina, e purtroppo tali riproduzioni, indirettamente vanno anche ad influenzare i comportamenti umani.


"Marie non ama niente, non aspetta niente?                                                                           Marie ha il cuore gonfio d'amore. E Marie aspetta Marie." 
Marie ama suo marito, lo supporta, ne è gelosa e non è assolutamente insofferente al suo amore. Tuttavia, a causa di un semplice incrocio di sguardi con un ragazzo, si lascia travolgere dall’attrazione che si trasformerà, poi, in passione. Questo che nasce non è un amore svenevole, anzi è presentato al lettore come un dato di fatto, esso esiste, c’è, e deve essere vissuto, perché Marie vuole goderselo senza provare minimamente rimorso a differenza delle adultere di altri romanzi classici come Madame Bovary o Anna Karenina.
Grazie a questa esperienza Marie ritrova sé stessa o meglio ancora prende consapevolezza della sua esistenza. In che senso?  Lei è una donna generosa che, a mio avviso, tende a vivere sempre all’ombra di qualcun altro o comunque cerca di aiutare chi ha bisogno del suo sostegno, in primis suo marito, sua sorella, i suoi amici. La relazione che nasce col giovane ragazzo mi è sembrata il primo passo di Marie verso l’egoismo, anche perché lui conduce una vita autonoma e distante e non esprime mai l’esigenza di voler ricevere aiuto dalla nostra protagonista. In effetti c’è da dire che, onde evitare coinvolgimenti di questo tipo, non parlano delle loro vite private quando sono insieme, ed inoltre sarà sempre e solo Marie ad organizzare gli incontri perché è lei che per la prima volta, per sentirsi bene, ha bisogno di qualcun altro. Questo tipo di situazione che si crea può essere condivisibile o meno, qualcuno potrebbe anche obbiettare e dire: “Le donne non hanno bisogno di nessuno per sentirsi bene!”, vero ma non troppo, perché l’uomo per sua natura è un essere sociale, ha bisogno di intrattenere rapporti, ma allo stesso tempo la socialità deve coesistere con l’amor proprio, infatti, se metto gli altri prima di me stesso ad un certo punto si arriva al limite. Marie in un preciso momento del libro si rende conto di desiderare un istante di solitudine, avviene il risveglio, realizza il desiderio di incontrare il ragazzo e da qui assume una luce diversa, diventa anche più bella!
"Intorno a loro sii riforma tutta l'attesa, tutta l'incertezza di quel mondo bizzarro, pieno di cose non dette: offerte future, ricchezze, fallimenti, gioie? in quale direzione li porterà? c'è in esso quella forza ignota che li tiene entrambi sotto il suo giogo, e in altri momenti ha la dolcezza di una promessa."

Ho trovato particolarmente commovente il momento in cui la nostra protagonista si reca a casa dei genitori, ormai padrona di sé, trova conforto nei ricordi di infanzia e nelle azioni immutate del padre e della madre. Particolarmente intenso è, invece, un passaggio del romanzo in cui diventa necessaria una riflessione sul tema del suicidio (no spoiler!), l’autrice diventa super partes creando un dialogo tra chi è pro e chi contro.

Fa da sfondo a tutto questo una magica e sognante Parigi che viene raccontata così minuziosamente da far teletrasportare il lettore nei tipici viali, parchi e piazze della capitale francese; mi è venuta una voglia matta di visitarla insieme alla provenza e ai paesini del nord della Francia! Chi viene con me?

Spero, con questo post, di aver destato un po' di curiosità verso questo piccolo gioiellino,                                            
come sempre buona lettura,
Marty

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