martedì 14 marzo 2017

Nessuno come noi!


Poco fa ero sulla mia poltroncina e chiudevo l'ultima pagina di un libro che in due giorni ho divorato, sia per la lunga pausa dagli scaffali a causa dello studio, ma soprattutto per la sua facilità di lettura e la storia coinvolgente. Fatto sta che adesso mi sento svuotata e devo necessariamente gettare giù qualche parola per sentirmi piena!

Come si evince dal titolo si tratta dell'ultimo romanzo di Luca Bianchini, "Nessuno come noi"! Tutti i libri di questo autore sono scritti in maniera limpida, tanto che la lettura, come ho anticipato sopra, riesce ad essere scorrevolissima. Ma la loro caratteristica fondamentale restano le storie: di amore, di passioni, di amicizia, di ricordi e di nuovi inizi. E dove sta l'originalità? Io l'ho trovata nel racconto dei sentimenti: sono sempre veritieri e perciò se li hai vissuti sei costretto a ricordate oppure se non li hai ancora provati, hai la consapevolezza che prima o poi ti toccheranno! Questa sensazione l'ho avvertita con tutti i libri di Bianchini e in particolare con l'ultimo.
La storia è ambientata negli anni ottanta e parla delle "disavventure" di quattro adolescenti alle prese con i primi amori, lo studio e il loro rapporto con la famiglia, insomma tutte disgrazie che sembrano insormontabili durante quel periodo e che tutti ci siamo ritrovati a dover affrontare per crescere e prendere la nostra strada. La differenza rispetto alla mia adolescenza è che nel romanzo tutto diventa più complicato (o spontaneo) a causa della mancanza dei cellulari e dei social e allora risulta anche curioso conoscere i modi in cui ci si teneva in contatto con gli amici (chi comunica più con i bigliettini in classe?).
"Decisero così di fermarsi in una cabina di piazza Bodoni che era ovviamente occupata da una ragazza in vena di chiacchiere, perché quando ti serve un telefono c'è sempre chi ti vuole male, pensavano come due perseguitate. Per fortuna la chiamata terminò di colpo - fine dei gettoni - e le due amiche entrarono pensando "ti sta bene". La cornetta era ancora calda e, anche se le faceva un po' schifo, Cate compose il numero del suo vicino di banco."
"Da spensierata la situazione precipitò. Ognuno aveva una teoria diversa su quale fosse il metodo migliore per riavvolgerlo senza rovinarlo. [...] Toccò a Vince assumersi quella responsabilità e, come un chirurgo, compì l'operazione aiutandosi con una matita e lasciando tutti col fiato sospeso per cinque minuti: la cassetta venne recuperata e funzionava, per il sollievo generale!"
Leggendolo, quindi, si viene catapultati nel passato (non tanto lontano, si tratta pur sempre di 20 anni fa!) e per i più piccoli, come me, in un periodo più recente come la nostra adolescenza. E così con la mia tipica malinconia ho ripensato al liceo, al terrore delle interrogazioni (soprattutto di matematica!), gli amici persi e poi ritrovati, alle figuracce che sembravano porre un punto alla tua vita sociale, le feste, i pranzi mangerecci organizzati dalla mia meravigliosa classe, alle mie tre prof. preferite a cui sono ancora tuttora grata, alle partite di "sette si schiaccia" dove venivo sempre eliminata per prima, ad una tragica litigata che mi ha spinto poi a conoscere meglio tre ragazze a cui ora voglio un bene immenso, alle gite, alle pause in bagno e anche a quelle al bar dove si giocava a scopa!
Rivivendo tutto questo, ho realizzato che la mia adolescenza non è ancora del tutto finita, sì sono diventata più riflessiva e responsabile, ma tutte quelle emozioni ed ansie ci sono ancora anche se non più come prime esperienze. In particolare con l'università sono ritornati i drammi per lo studio, così come le antipatie verso alcuni prof e la gratitudine nei loro confronti quando non ti bocciano all'esame, le ore passate a lezione a sonnecchiare o a prendere appunti, le nuove amicizie, i pranzi preparati a casa consumati in fretta e furia, le pause a svaligiare il distributore, le giornate a consumare i km a Napoli o a rilassarsi da qualsiasi parte basta che non siano le aule, gli abbracci quando la sessione finisce e ci si rincontra nei corridoi, gli scherzi finiti malissimo, le risate rumorose in pomeriggi folli e le ore passate al mitico banchetto dove ci si prende in giro, ci si confida, si piange, si studia ma soprattutto giochi a scala 40!
Non è cambiato niente anzi è migliorato e penso che se si riesce a mantenere viva la spontaneità e l'entusiasmo che si hanno a sedici anni, allora anche quando le responsabilità aumentano si può con leggerezza riuscire a viversi il momento e amare ciò che si ha e non solo quello che è stato vissuto: si parte dall'adolescenza per poter continuare a farsi inondare dalla vita. Dunque in ogni fase si può dedicare a qualcuno la frase "Nessuno come noi!".

Avete sicuramente intuito che con questo libro sono entrata parecchio in fissa e sono diventata più sognatrice del solito ma anche questo è il bello della lettura!

Marty

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