giovedì 20 ottobre 2016

LE COSE CHE NON SOPPORTO IN LIBRERIA.





Per ogni lettore accanito esiste un posto dove tutte le ansie, i problemi e i crucci scompaiono per lasciare spazio alla serenità di girovagare, sfogliare e comprare libri o qualsiasi materiale annesso a questo magico oggetto. Mi capita spesso di uscire per fare commissioni e di ritrovarmi in libreria ad acquistare libri sebbene ne abbia pile che attendono di essere letti sulla scrivania. Questi luoghi possono essere paragonati al paradiso terrestre, un harem del lettore o ancora l’ottava meraviglia del mondo! Tuttavia spesso sono intaccati da cose, azioni o situazioni che mi fanno saltare i nervi anche solo pensandoci. 
Questo post nasce dal fatto che qualche giorno fa aspettando alcuni amici mi sono fermata in libreria per un’oretta circa e la mia attenzione oltre che ai libri è stata costretta a rivolgersi verso le seguenti realtà.


1. IL REPARTO LETTERATURA FEMMINILE: camminando tra gli scaffali si inciampa in questa scritta meschina, inizialmente mi è venuto il dubbio che intendessero mettere in maggiore risalto i romanzi scritti da donne, invece no. Sotto questa categoria hanno racchiuso tutti i romanzi rosa contemporanei (sapete quelli con le copertine dai colori sgargianti e le immagini vistose per fare in modo che attirino l’attenzione di noi povere ragazze poco dedite alla lettura?!). Questa cosa mi ha disturbata… perché sottolineare con l'aggettivo femminile? È anche vero che il genere d’amore viene preferito in larga parte dalle donne ma sicuramente esistono delle eccezioni e di certo gli autori non avranno pensato che i loro destinatari sarebbero state solo le femmine! Non sarebbe stato meglio fare un reparto di romanzi rosa e basta? Ossia uno scoparto dedicato ai libri d’amore in generale, così magari chi legge solo i contemporanei avrebbe potuto mostrare interesse per un’opera passata e viceversa; ad esempio un’adolescente che tendenzialmente preferisce Nicholas Sparks, Anna Todd o ancora Moyes Jojo avrebbe avuto il piacere di rimanere incuriosita da Jane Austen, Edward Morgan Foster o anche a David Herbert Lawrence; così come chi nutre un pregiudizio verso i primi autori citati magari avrebbe potuto comprarne uno e scoprire che alla fine non sono malaccio.

2. I CLIENTI RUMOROSI: perché quando vado in biblioteca nessuno mi disturba mai, anzi è buona regola fare silenzio e invece la libreria viene utilizzata come un bar o un ristorante? Tu signora che ti intrattieni a parlare con il tuo amichetto senza neanche fare finta di commentare una nuova uscita o un grande classico, perché non vai da un’altra parte a fare determinati discorsi? Oppure voi ragazzine che vi date appuntamento al reparto letteratura per l’infanzia e cominciate a squittire quando finalmente vi incontrate, perché non fate tutto ciò all’ingresso della libreria? Ma soprattutto se mi dovesse capitare di sentire squillare il mio cellulare (cosa che accade raramente perché ho sempre il silenzioso!) non mi sognerei mai di rispondere all’interno di una libreria, ma uscirei un attimino fuori per poi rientrare in modo tale da non far sentire la litigata con il mio ragazzo a tutti i clienti! Faccio un appello alle case editrici così come abbiamo affisso il cartello “Non fumare” inseriamo anche il “Do not disturb”? 

3. VENDIAMO COSE A CASO! Il settore delle librerie non è molto redditizio, si sa, per questo motivo alcune case editrici tra un libro e un altro hanno deciso di inserire il reparto snack o giocattoli. Mi stava bene quando hanno cominciato a vendere CD o DVD perché settori affini ai libri, ma le gallette di riso al cioccolato e i Transformers cosa c’entrano? Che cos’è un’area di sosta? Vi prego fatevi venire altre idee!

4. Altra genialata per spingere le persone ad entrare in libreria sono GLI INCONTRI e non parlo di quelli con gli autori ma di quelli con cantanti- you tubers- social stars. È vero che la causa di questi raduni è spesso l’uscita di libri scritti da i su detti (un giorno parlerò anche di quest’altra ideona delle case editrici!) ma siccome in libreria dovrebbe esserci il famoso cartello “Do not disturb” perché non organizzare il tutto sempre fuori? In questo modo prima si passa a comprare il libro e poi si assiste al meraviglioso spettacolo senza dare fastidio a chi vuole scegliere un libro in santa pace.

5. Ultima cosa che non sopporto sono le CLASSIFICHE DEI PIÙ VENDUTI! Queste non le reputo del tutto negative dipende secondo me dal modo in cui le si utilizza, nel senso che è interessante conoscerle per capire i gusti del popolo italiano. Infatti se io lettore entro in libreria e compro quello che mi va informandomi o leggendo le trame sul retro, è ok; ma se vedo sul podio un libro e penso: “ah bene, questo deve essere bellissimo perché è il numero uno, molte persone lo hanno comprato quindi devo leggerlo assolutamente anche io!”, allora rischiamo semplicemente di farci abbindolare da quello che ci propongono senza tenere in considerazione i nostri gusti. E vi assicuro che molti si comportano come nel secondo caso, il problema è che non ci si accorge che quella classifica per quanto veritiera fa parte del Marketing del franchising e perciò è sempre un bene informarsi o anche semplicemente leggere il retro della copertina altrimenti anche un libro diventa moda come quando si vede in strada un gruppo di adolescenti tutti vestiti uguali dalla testa ai piedi, lo stesso accade con la lettura che così diventa vana perché non aiuta a formare un pensiero critico.

Spero che mi perdoniate per lo sfogo, ma vi sottolineo che è tutto tratto dalla realtà che mi circonda e di certo queste cose nell’ Osteria del Caffellatte non sarebbero mai accadute! ;)
Marty





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