di Tyler Feder - roaring softly |
Già mi immagino oggi, 8 Marzo, la condivisione da parte
della maggior parte delle persone di frasi tipo: “La festa della donna è ogni
giorno, non serve a niente questa ipocrisia che si ripete ogni anno!”. Non c’è
niente di più sbagliato. L’8 Marzo non è una festa, è una ricorrenza che è
stata istituita a partire da un avvenimento che tutti abbiamo conosciuto, chi
prima chi poi: la morte di 129 operaie nel rogo di una fabbrica di New York;
donne lavoratrici scioperavano perché volevano migliorare la qualità delle loro
condizioni di lavoro, vennero fatte prigioniere nello stabilimento presso cui
protestavano e non ebbero la possibilità di sfuggire alle fiamme di un
incendio.
Oggi questa giornata è il simbolo della lotta quotidiana di
donne che si vedono continuamente fatte prigioniere da convenzioni, stereotipi
e pregiudizi. Si lavora il doppio per essere ancora considerate soltanto mogli
e madri. Basta dare uno sguardo agli avvenimenti di cronaca o notare la netta
diffusione, nell’ultimo periodo, di frasi sessiste da parte di esponenti che
dovrebbero rappresentare una società fondata su pari dignità, per finalmente
realizzare quanto sia fondamentale celebrare la giornata internazionale della
donna. Questo giorno deve essere un punto di partenza per iniziare una
riflessione e per interrogarsi su quanto ci sia ancora da fare in ogni contesto
da quello più formale fino anche alla quotidianità.
Personalmente ho deciso di celebrarlo ricorrendo all’aiuto
di libri di cui le donne sono protagoniste!
Il primo l’ho letto a Gennaio, si
tratta di “Eleanor Oliphant sta benissimo” di Gayl Honeyman. Questo romanzo è stato il caso
editoriale del 2018, vendite alle stelle grazie soprattutto al passaparola che
c’è stato sui social e ancora fa parlare di sé. Leggo in questo esatto istante
che i giornali anglossassoni lo hanno definito di tendenza “up-lit” che sta per
uplifting, “letteratura edificante”, insomma è entrato a far parte di quei
libri che chiuso il piatto posteriore, ti lascia una sensazione positiva e
quando ne parli dici: “mi ha fatto stare bene!”. Nella protagonista possono
rispecchiarsi tutti, compresi gli uomini, il che già rende straordinario questo
libro. Eleanor Oliphant è un personaggio dotato di una estremizzata sensibilità
che le fa osservare la realtà con occhi diversi tanto da apparire stramba agli
altri a causa delle convenzioni sociali. È, però, anche fragile ma non lo vuole
dar a vedere anzi cerca in tutti i modi di nascondere questo suo lato così
tanto privato. Ora, sono certa del fatto che (se sono stata brava) in questa
brevissima descrizione della protagonista possano essersi riconosciute la
maggioranza delle donne perché Eleanor in realtà è una sorta di paladina di
tutte le nostre fragilità, insicurezze, incertezze e stranezze. Attenzione,
questo romanzo nasconde molto di più: ha come tema la solitudine e la
difficoltà che si ha nel riconoscere questa condizione come propria.
Tranquilli, però, c’è un lieto fine per nulla scontato e del tutto
soddisfacente. Un libro che ti riempie l’anima.
Il prossimo libro di cui scriverò è “L’educazione” di Tara
Westover. L’autrice ci narra della propria infanzia trascorsa con la famiglia
appartenente alla religione dei mormoni. Una storia che sembra surreale
talmente è pregna di violenza, di paura e di odio. Ma mi piace definirlo anche
un romanzo di formazione, quella della protagonista che crescendo, studiando e
affidandosi solo alla propria forza di volontà riesce ad uscire dal fanatismo,
dalle menzogne e dall’ignoranza che gli erano state inculcate e causate da una
condizione in cui era nata. Tara, secondo me, rappresenta la forza interiore
delle donne che con caparbietà affrontano gli ostacoli di ordine sociale ed
economico che ancora infestano la nostra società. A proposito, l’autrice, dopo
aver frequentato università di grande prestigio mondiale, oggi è una ricercatrice
affermata e scrive libri che a quanto pare vendono in tutto il mondo. Oltre che
riscatto sociale e individuale c’è anche una parte che ci insegna il perdono
come dono personale.
Una forza diversa è presente nella graphic novel “I kill
giants” di Joe Kelly e di Jm Ken Niimura. Spesso l’amicizia tra donne viene
definita falsa, proviamo a indovinarne il motivo? Le donne che fanno squadra
sono temute perché quadruplicano la loro potenza e sono in grado di superare
qualsiasi livello di difficoltà! La protagonista di questo libro, Barb, è già
un’eroina perché da sola combatte con giganti di cui tutti noi temiamo
l’arrivo. A un certo punto, però, si renderà conto di quanto sia importante
spalleggiarsi l’un l’altra per riuscire a non essere battuti dal dolore. Di
questo fumetto è stato fatto anche un film che è presente su netflix ma in
tutta sincerità mi sono addormentata mentre lo visionavo e non ho mai più
voluto provare a rischiacciare play. Quindi molto meglio le vignette che sono
adatte anche per le ragazzette più piccole che sono ancora alla ricerca della
forza potenziale, di cui ognuno di noi è ben fornito, e delle skill che si
acquisiscono facendo squadra.
L’ultimo libro si intitola “Voglio una vita a forma di me”
di Julie Murphy. Willowdean Dickson è la
nostra protagonista ed ha qualche chilo di troppo; tutto questo non è un gran
problema fino a quando incontra un ragazzo. Da qui viene travolta da un fiume
di insicurezze e paure che la porteranno a vivere male, con una stoffa che non
è più la sua. Ad un certo punto riuscirà, grazie a qualcuno, a riconquistare la
sicurezza e il menefreghismo che la contraddistingue, tanto è vero che deciderà
di partecipare ad un concorso di bellezza. La nostra ultima protagonista è
simpatica, a tratti un po’ trash, ma ci insegna che è necessario piacere a sé
stessi per riuscire a camminare a testa alta ancheggiando sui tacchi a spillo.
Chissà quanti altri libri hanno protagoniste che possono
rappresentarci o esserci di ispirazione! Non vedo l’ora di leggerli, se ne avete
qualcuno da consigliare scrivetemi il titolo nei commenti!
Se vi ho convinto ad acquistare uno solo dei libri nominati,
vi auguro una buona lettura!
Marty
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