martedì 25 settembre 2018

La mia lettura estiva - Guerra e Pace

La mia estate è stata decisamente tra le meno cariche che io abbia vissuto a causa dello studio, del lavoro e di preoccupazioni di varia natura. Questa intensità di sentimenti e di attività si è riflessa nelle mie letture anzi nella mia lettura! Nei pomeriggi liberi passati sull’amaca di mio nonno; nelle sere trascorse a letto sperando di trovare refrigerio dal caldo grazie a quel sottile alito di vento; sul retro del negozio appena avevo un attimo libero; spalmata al sole in quelle due o tre giornate di mare che sono d’obbligo; c’era sempre lui, quel librone che ho tenuto per un tempo indefinito tra gli scaffali a prender polvere e che finalmente mi son decisa a leggere: “Guerra e Pace” di Lev Tolstoj.

Questo libro mi ha sempre fatto tanta paura sia perché non avevo letto mai nulla di questo autore tantomeno avevo mai studiato a scuola, sia perché il peso fisico e culturale di tale romanzo incute un certo timore: non mi sentivo all’altezza e ho sempre creduto di non riuscire a comprenderlo. Come al solito tutto questo si è rivelato nullo… parto col dire che non è una lettura difficile né dal punto di vista strutturale né nei contenuti. La scrittura è lineare non ci sono assolutamente le complicanze stilistiche che, a torto, mi aspettavo. Inoltre i contenuti storici vengono spiegati dall’autore stesso ed ecco spiegato il motivo per il quale “Guerra e Pace” viene definito romanzo storico.  In sostanza non ho riscontrato enormi difficoltà di lettura e penso che sia un libro a cui può avere accesso chiunque abbia buona volontà. L’unico aspetto negativo, della mia esperienza, riguarda le parti in cui si descrivono le famose battaglie storiche sulla campagna napoleonica in Russia, perché mi hanno leggermente annoiata ma in questo caso entrano in gioco la soggettività e i gusti personali.

Il caso ha voluto che a inizio Settembre venisse trasmessa anche la serie tv tratta da questo romanzo! Per il momento sono riuscita a recuperare solo la prima puntata, ma posso affermare con una certa sicurezza che il libro è tutta un’altra storia, perché nella serie, giustificatamente, viene dato molto risalto alle narrazioni romanzate a discapito di quelle che sono le riflessioni filosofiche e storiche che Tolstoj, in maniera diretta o indiretta, ci propone nel libro. La serie tv è adatta per chi è interessato alla narrazione base delle vicende del principe Andréj, Nataŝa, Pierre, dei Rostòv e dei Bolkonskij; ma chi invece ha intenzione di scendere in profondità, di conoscere lo spessore spirituale di questi personaggi, di imparare sul periodo storico dell’ambientazione, di apprendere le riflessioni storiografiche dell’autore, deve assolutamente prima o poi decidere di leggere questo libro e di godere pagina dopo pagina della sua grandezza.


La caratteristica che mi ha reso più di tutte interessante il libro sono stati dei singoli e rari momenti che definisco rivelatori. Ogni singolo personaggio, infatti, nel corso degli eventi, subisce un cambiamento positivo o negativo e per alcuni di essi l’autore crea, con la sola magia delle parole, istanti di estasi e di devozione per la vita in quanto tale. Non mi sento in grado di spiegare questa straordinaria inventiva narrativa per cui ho deciso di aggiungerne qualcuno (senza spoiler!) per rendere l’idea e perché ritengo che solo leggendoli si possano comprendere!
"Sopra di lui non c'era già più nulla se non il cielo: un cielo alto, non limpido e tuttavia di un'altezza incommensurabile, con grige nuvole che vi fluttuavano silenziose. «Che silenzio, che calma, che solennità! Com'è tutto diverso da quando correvo», pensò il principe Andrej; «com'è diverso da quando noi correvamo, gridavamo e ci battevamo; com'è diverso dalla scena del francese e dell'artigliere che si strappavano lo scovolo con le facce stravolte e furibonde. come sono diverse queste nuvole che corrono nel cielo alto e sconfinato. Come mai prima non lo vedevo questo cielo sublime? E come sono felice di averlo finalmente conosciuto. Sì! Tutto è vano, tutto è inganno al di fuori di questo cielo infinito. Nulla, nulla esiste all'infuori di esso. Ma neppure esso esiste, non esiste nulla tranne il silenzio, tranne la quiete. E che Dio sia lodato!...»
"Nataŝa prese la prima nota, la sua gola si dilatò, il petto le si sollevò, gli occhi assunsero un'espressione seria. Ella in quel momento non pensava a nulla e a nessuno e dalla sua bocca atteggiata a un sorriso fluivano le note: quelle note che chiunque può produrre con le stesse pause e gli stessi intervalli, ma che mille volte vi lasciano freddi e la millesima prima inaspettatamente vi fanno piangere e fremere d'emozione! [...] «E questo che cos'è?» pensò Nicolàj, ascoltando la voce di Nataŝa e sgranando gli occhi. « Che cosa le è accaduto? Come canta oggi?» pensava. E, a un tratto, tutto l'universo si concentrò per lui nell'attesa della nota, della frase successiva, e tutto al mondo gli apparve diviso in tre tempi."
"E tutto a un tratto, come se fosse vivo, anche se da tempo dimenticato, apparve a Pierre il mite vecchio professore che in Svizzera gli insegnava la geografia. «Aspetta», diceva il vecchio e indicava un mappamondo. questo mappamondo era un globo vivo, oscillante, senza dimensioni precise. Tutta la superficie del globo era fatta di  gocce strettamente coese fra di loro. E tutte questa gocce si muovevano, si spostavano; e ora da molte divenivano una sola, ora da una si suddividevano in molte. Ogni goccia tendeva ad espandersi, a occupare più spazio possibile, ma le altre, che tendevano alla stessa cosa, la premevano, e a volte l'annientavano, a volte si fondevano con essa. «Ecco la vita!», diceva il vecchio insegnante. «Com'è semplice e chiaro», pensò Pierre. «Come facevo a non saperlo prima?» [...]"
Di rivelazioni come queste, ne è colmo il libro ed è servito, secondo me, all’autore per sottolineare come l’uomo sia un semplice strumento degli eventi in particolare storici. Questi ci connettono, ci donano un’apparente indipendenza, ma in realtà tutto è in qualche modo predestinato: gli avvenimenti diventano il frutto di una casualità e soprattutto i personaggi storici (Vedi Napoleone) non sono artefici del proprio destino. 

Ho cercato di riassumermi nel migliore dei modi possibili, ma ci sarebbe ancora tanto da dire e da prendere in analisi, d’altro canto esistono tantissimi saggi di persone ben più qualificate di me, per poter approfondire la ricchezza di contenuti di questo romanzo. Però prima di fidarci di altri, possiamo diventare noi stessi, nel nostro piccolo, critici toccando e assaporando con occhi e voce la morbidezza, la brutalità e ogni singola svariata sensazione che si cela dietro ogni riga di “Guerra e Pace”.

Buona lettura,
Marty

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