mercoledì 19 luglio 2017

Le Otto Montagne


Quest’anno, rispetto allo scorso anno, è possibile leggere il premio strega decisamente in pochissimo tempo (mi sto riferendo a “La scuolacattolica” di Albinati, ne porto ancora i segni!). Infatti il vincitore è stato il libro di Paolo Cognetti “Le otto montagne”, libro assolutamente più breve ma comunque di grande impatto emotivo!


In giro, la trama viene descritta in maniera molto basilare e cioè un’amicizia nata e cresciuta nel magico/ostile ambiente della montagna. Tuttavia è assolutamente riduttivo delineare il libro in questo modo perché si fa riferimento ad un unico filo sottile e non vengono per nulla definite le diramazioni che vanno a formare la rete, la trama appunto! “Le otto montagne” mi è piaciuto moltissimo perché mi ha trasmesso emozioni forti e, in effetti, avrei voluto che le sue pagine fossero quante quelle de “La scuola cattolica”! Dunque ho deciso di raccontarlo descrivendo quello che ho provato passo dopo passo in fase di lettura.


Nella prima parte del libro c’è un bambino, Pietro, che, pian pano crescendo, ci racconta il rapporto con i genitori in particolare con il padre, le prime esperienze di contatto con la montagna e la nascita dell’amicizia con Bruno. In tutta questa fase si respira un forte senso di malinconia mista a nostalgia perché viene realizzata una riflessione implicita su quanto spesso l’uomo nel corso della sua vita sia costretto per cause di forza maggiore ad abbandonare ciò che lo rende, non dico felice, ma almeno libero di esprimere se stesso, spontaneo. Questa riflessione, secondo me, si legge in vari punti della storia che non sto qui a sottolineare altrimenti spoilero tutto il libro, ragion per cui vi tocca di andarli a scovare!



“Se il punto in cui ti immergi in un fiume è il presente, pensai, allora il passato è l’acqua che ti ha superato, quella che va verso il basso e dove non c’è più niente per te, mentre il futuro è l’acqua che scende dall’alto, portando pericoli e sorprese. Il passato è a valle, il futuro è a monte”
Nella seconda parte del libro in Pietro si verifica una crescita non più fisica ma psichica o meglio ancora il protagonista va alla ricerca di se stesso, della sua strada, e gradualmente riuscirà a capire che il suo percorso è inesorabilmente legato alle sue origini. Al contrario Bruno ha davanti a sé ben chiaro il suo destino e lo insegue senza timore. In questo punto ho provato vari sentimenti contrastanti, prima rabbia, poi tristezza, speranza e poi ancora di nuovo nostalgia; il tutto sempre in relazione a vari accadimenti della storia.
“Uno deve fare quello che la vita gli ha insegnato a fare. Forse quando è molto giovane, chissà, può ancora scegliere di cambiare la strada. Ma a un certo punto uno dovrebbe fermarsi e dire: bene, questo sono capace di farlo, quest'altro no.”
 “Può anche apparirti del tutto diverso, da adulto, un posto che amavi da ragazzino, e rivelarsi una delusione; oppure può ricordarti quello che non sei più e metterti addosso una gran tristezza.” 

Tutta la storia si svolge in montagna, un luogo che non conosco bene ma che ho potuto sentire mio grazie alle descrizioni limpide dell’autore scaturite probabilmente dall’esperienza e dall’amore per quest’ambiente. Una caratteristica fondamentale del libro è che il paesaggio attorno cambia a seconda degli umori dei personaggi e della storia. La montagna appare a volte amica, altre volte magica, altre volte ancora avversa ed ostile; garantisco che tutto questo contribuisce decisamente alla già marcata spinta emozionale del libro.
"Siete voi di città che la chiamate natura. È così astratta nella vostra testa che è estratto pure il nome. Noi qui diciamo bosco, pascolo, torrente, roccia, cose che uno può indicare con un dito. Cose che si possono usare. Se non si possono usare, un nome non glielo diamo perché non serve a niente."
Tutto il racconto è accompagnato da un tipo di scrittura che si allinea alla storia e anche ai protagonisti, e che cosa significa? Intendo dire che la narrazione è scarna, priva di orpelli, modesta, semplice e perciò, a mio parere, per nulla di facile compimento.

Questo è quanto! Paolo Cognetti nel suo blog (in questo link) ha dato una descrizione decisamente più accurata riguardo al suo libro e anche questa è bella da leggere!

Come sempre vi auguro una buona lettura...
Marty



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