Quando frequentavo le scuole medie, tra i miei romanzi
d’amore, capitò un libro intitolato “Miti degli dei e degli eroi”, una raccolta
di tutte le mitologie orientali, egiziane e immancabilmente greche e romane. Da
lì mi sono sentita attratta dalla mitologia e dalle storie che prendevano spunto
da essa, così ho deciso di iscrivermi al liceo Classico con la speranza di
potere approfondire questa passione, senza tener conto delle tediose e
innumerevoli versioni che in seguito mi avrebbero costretto a tradurre. Infatti
il ginnasio si rivelò una vera e propria palestra dove i manubri erano il GI e
il Campiello (dizionari di greco e di latino) indispensabili per poter tradurre
passi tratti dal vangelo, racconti di battaglie storiche e le favole di Esopo o
di Apuleio (che presto nelle traduzioni avrei rimpianto con tutta me stessa!).
Finalmente al liceo (gli ultimi tre anni) ho avuto la possibilità di poter affrontare lo studio della letteratura greca e romana! Grazie soprattutto ad una professoressa mi sono sentita parte di quel mondo che mi ha travolto e mi ha insegnato ad analizzare e cercare di comprendere la psicologia umana e tutti i sentimenti che ne derivano. Indimenticabile la lezione sull'esodo della Medea in particolare il dialogo tra Giasone e la protagonista, la prof riuscì a trasmetterci in due ore tutta la violenza, lo stravolgimento e lo strazio dei protagonisti e ricordo che finita la lezione eravamo quasi tutti ammutoliti dallo stupore e con la pelle d’oca. Questa sorta di sindrome di Stendhal l’ho riprovata l’ultimo anno quando con la prof di Italiano abbiamo affrontato lo studio del romanzo (ad ogni lezione rimanevo estasiata) e recentemente con la lettura del libro “Il mercante diluce” di Roberto Vecchioni. Se lo scopo dell’autore di questo libro è quello di riuscire a far appassionare qualcuno al mondo classico, direi che ha centrato in pieno il bersaglio anzi oserei dire che fa molto di più che tantissimi altri professori nei nostri licei perché viene proposta un’analisi semplice, lineare e per nulla noiosa in coerenza con la storia toccando temi cari alla maggior parte delle persone. Parla, infatti, dell’amore, della paura, delle debolezze, dei sogni, della rabbia, della speranza… insomma di tutti i sentimenti che proviamo ogni giorno e che i greci per primi hanno cercato di comprendere. Un esempio è il capitolo dedicato ai lirici e all'amore:
Finalmente al liceo (gli ultimi tre anni) ho avuto la possibilità di poter affrontare lo studio della letteratura greca e romana! Grazie soprattutto ad una professoressa mi sono sentita parte di quel mondo che mi ha travolto e mi ha insegnato ad analizzare e cercare di comprendere la psicologia umana e tutti i sentimenti che ne derivano. Indimenticabile la lezione sull'esodo della Medea in particolare il dialogo tra Giasone e la protagonista, la prof riuscì a trasmetterci in due ore tutta la violenza, lo stravolgimento e lo strazio dei protagonisti e ricordo che finita la lezione eravamo quasi tutti ammutoliti dallo stupore e con la pelle d’oca. Questa sorta di sindrome di Stendhal l’ho riprovata l’ultimo anno quando con la prof di Italiano abbiamo affrontato lo studio del romanzo (ad ogni lezione rimanevo estasiata) e recentemente con la lettura del libro “Il mercante diluce” di Roberto Vecchioni. Se lo scopo dell’autore di questo libro è quello di riuscire a far appassionare qualcuno al mondo classico, direi che ha centrato in pieno il bersaglio anzi oserei dire che fa molto di più che tantissimi altri professori nei nostri licei perché viene proposta un’analisi semplice, lineare e per nulla noiosa in coerenza con la storia toccando temi cari alla maggior parte delle persone. Parla, infatti, dell’amore, della paura, delle debolezze, dei sogni, della rabbia, della speranza… insomma di tutti i sentimenti che proviamo ogni giorno e che i greci per primi hanno cercato di comprendere. Un esempio è il capitolo dedicato ai lirici e all'amore:
"[...] nel petto il cuore ha un sussulto,
ti lancio un'occhiata
brevissima e non so più
modulare parole,
mi s'imbroglia la lingua
e tace, sottile un fuoco
corre sotto la pelle, gli occhi
non vedono, rimbombano
le orecchie, sudo freddo, un tremito
totale mi prende,
pallida, verde più dell' erba.
A tu per tu con qualcosa
che è simile a morire."Saffo, fr.31
Il protagonista del libro, Stefano Quondam, è un uomo normale con tanti difetti ma con il grande pregio di perdersi e affidarsi alla letteratura vista come panacea, e infatti cercherà di risollevare suo figlio attraverso di essa. "Sì ma io voglio cose, non letteratura"; Marco, afflitto da una grave malattia che lo condanna a morte certa, è assetato di vita e di conoscenza, è curioso e inizialmente non accetta questa condizione poi si rende conto che con le poesie riesce a vivere e a conoscere sapori, odori e sensazioni che gli sono state negate.
Incredibilmente nel libro viene messa in contrapposizione
l’inerzia della vita quotidiana, con tutte le sue malvagità, sotterfugi ed
errori con la calma della poesia e della mitologia: quando viene citato o si
cerca di spiegare qualche autore si crea una nube insonorizzata in cui non
riescono ad entrare problemi e preoccupazioni, esistono i versi lirici, tragici
e basta tutto il resto non ha importanza. Tutto appare sospeso creando un
olimpo dove gli dei sono Saffo, Archiloco, Euripide, Eschilo ecc. ecc.
Il mercante di luce in passato era un lavoro comunemente
chiamato lampionaio: accendeva e spegneva i lampioni illuminando le notti
oscure; Vecchioni con questo libro ci spiega come la letteratura, a partire da
quella greca, abbia illuminato la nostra anima e le nostre menti permettendoci
di immedesimarci in vicende che difficilmente potremmo vivere nella realtà
(come fa il teatro greco) e di trovare conforto nella comunanza di sentimenti
con i poeti (come i lirici). Insomma la letteratura greca ha dato origine ad un
mondo che difficilmente verrà spento e questo libro è un inno a quel mondo!
Marty
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