Per ogni lettore accanito esiste un posto dove tutte le ansie, i problemi e i crucci scompaiono per lasciare spazio alla serenità di girovagare, sfogliare e comprare libri o qualsiasi materiale annesso a questo magico oggetto. Mi capita spesso di uscire per fare commissioni e di ritrovarmi in libreria ad acquistare libri sebbene ne abbia pile che attendono di essere letti sulla scrivania. Questi luoghi possono essere paragonati al paradiso terrestre, un harem del lettore o ancora l’ottava meraviglia del mondo! Tuttavia spesso sono intaccati da cose, azioni o situazioni che mi fanno saltare i nervi anche solo pensandoci.
Questo post nasce dal fatto che qualche giorno fa aspettando alcuni amici mi sono fermata in libreria per un’oretta circa e la mia attenzione oltre che ai libri è stata costretta a rivolgersi verso le seguenti realtà.
1. IL REPARTO
LETTERATURA FEMMINILE: camminando tra gli scaffali si inciampa in questa
scritta meschina, inizialmente mi è venuto il dubbio che intendessero mettere
in maggiore risalto i romanzi scritti da donne, invece no. Sotto questa
categoria hanno racchiuso tutti i romanzi rosa contemporanei (sapete quelli con
le copertine dai colori sgargianti e le immagini vistose per fare in modo che
attirino l’attenzione di noi povere ragazze poco dedite alla lettura?!). Questa
cosa mi ha disturbata… perché sottolineare con l'aggettivo femminile? È anche vero che il
genere d’amore viene preferito in larga parte dalle donne ma sicuramente esistono
delle eccezioni e di certo gli autori non avranno pensato che i loro
destinatari sarebbero state solo le femmine! Non sarebbe stato meglio fare un
reparto di romanzi rosa e basta? Ossia uno scoparto dedicato ai libri d’amore
in generale, così magari chi legge solo i contemporanei avrebbe potuto
mostrare interesse per un’opera passata e viceversa; ad esempio un’adolescente
che tendenzialmente preferisce Nicholas Sparks, Anna Todd o ancora Moyes Jojo
avrebbe avuto il piacere di rimanere incuriosita da Jane Austen, Edward Morgan
Foster o anche a David Herbert Lawrence; così come chi
nutre un pregiudizio verso i primi autori citati magari avrebbe potuto
comprarne uno e scoprire che alla fine non sono malaccio.
2. I CLIENTI
RUMOROSI: perché quando vado in biblioteca nessuno mi disturba mai, anzi è
buona regola fare silenzio e invece la libreria viene utilizzata come un bar o
un ristorante? Tu signora che ti intrattieni a parlare con il tuo
amichetto senza neanche fare finta di commentare una nuova uscita o un grande
classico, perché non vai da un’altra parte a fare determinati discorsi? Oppure voi
ragazzine che vi date appuntamento al reparto letteratura per l’infanzia e
cominciate a squittire quando finalmente vi incontrate, perché non fate tutto
ciò all’ingresso della libreria? Ma soprattutto se mi dovesse capitare di
sentire squillare il mio cellulare (cosa che accade raramente perché ho sempre il
silenzioso!) non mi sognerei mai di rispondere all’interno di una libreria, ma
uscirei un attimino fuori per poi rientrare in modo tale da non far sentire la
litigata con il mio ragazzo a tutti i clienti! Faccio un appello alle case
editrici così come abbiamo affisso il cartello “Non fumare” inseriamo anche il “Do
not disturb”?
3. VENDIAMO
COSE A CASO! Il settore delle librerie non è molto redditizio, si sa, per
questo motivo alcune case editrici tra un libro e un altro hanno deciso di inserire
il reparto snack o giocattoli. Mi stava bene quando hanno cominciato a vendere
CD o DVD perché settori affini ai libri, ma le gallette di riso al cioccolato e
i Transformers cosa c’entrano? Che cos’è un’area di sosta? Vi prego fatevi
venire altre idee!
4. Altra genialata
per spingere le persone ad entrare in libreria sono GLI INCONTRI e non parlo di
quelli con gli autori ma di quelli con cantanti- you tubers- social stars. È vero
che la causa di questi raduni è spesso l’uscita di libri scritti da i su detti
(un giorno parlerò anche di quest’altra ideona delle case editrici!) ma siccome
in libreria dovrebbe esserci il famoso cartello “Do not disturb” perché non organizzare
il tutto sempre fuori? In questo modo prima si passa a comprare il libro e poi
si assiste al meraviglioso spettacolo senza dare fastidio a chi vuole scegliere
un libro in santa pace.
5. Ultima cosa
che non sopporto sono le CLASSIFICHE DEI PIÙ VENDUTI! Queste non le reputo del
tutto negative dipende secondo me dal modo in cui le si utilizza, nel senso che
è interessante conoscerle per capire i gusti del popolo italiano. Infatti se io
lettore entro in libreria e compro quello che mi va
informandomi o leggendo le trame sul retro, è ok; ma se vedo sul podio un
libro e penso: “ah bene, questo deve essere bellissimo perché è il numero uno,
molte persone lo hanno comprato quindi devo leggerlo assolutamente anche io!”,
allora rischiamo semplicemente di farci abbindolare da quello che ci propongono
senza tenere in considerazione i nostri gusti. E vi assicuro che molti si
comportano come nel secondo caso, il problema è che non ci si accorge che
quella classifica per quanto veritiera fa parte del Marketing del franchising e
perciò è sempre un bene informarsi o anche semplicemente leggere
il retro della copertina altrimenti anche un libro diventa moda come quando si
vede in strada un gruppo di adolescenti tutti vestiti uguali dalla testa ai piedi,
lo stesso accade con la lettura che così diventa vana perché non aiuta a
formare un pensiero critico.
Spero che mi perdoniate per lo sfogo, ma vi sottolineo che è
tutto tratto dalla realtà che mi circonda e di certo queste cose nell’ Osteria del Caffellatte non sarebbero mai accadute! ;)
Marty
Nessun commento:
Posta un commento